26 giugno 2018 – Articolo redatto dal Dott. Gigi Poma
Il tumore del rene e delle vie urinarie è, in Italia, il settimo per frequenza con circa 13.400 nuovi casi stimati nel 2016, 8.900 fra gli uomini (5% di tutti i tumori) e 4.500 fra le donne (3%). Nella maggioranza (85% del totale) si tratta di tumori a carico del parenchima renale (circa 11.400 nuove diagnosi); la stima relativa ai tumori delle vie urinarie corrisponde a circa 2.000 nuovi casi.
L’incidenza del tumore del rene e delle vie urinarie mostra in entrambi i sessi un incremento nel tempo statisticamente significativo (+1,1% per anno). Questa tendenza è da attribuire al miglioramento dei mezzi di indagine diagnostici, che consentono un’identificazione della neoplasia in fase precoce e una maggiore tempestività negli interventi chirurgici.
La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari al 71% (70% uomini e 72% donne), statisticamente più elevata della media europea (60,6%) e del Nord Europa (55,8%).
Nel nostro Paese i pazienti vivi dopo la diagnosi di tumore del rene sono 118.764 (75.972 uomini e 42.792 donne), oltre il 60% ha affrontato la diagnosi da più di 5 anni.
Il tumore della vescica è una malattia che ogni anno colpisce 26.600 italiani di cui 5.200 donne. I pazienti sono soprattutto persone con più di 50 anni. È una forma di cancro complessa, pericolosa e soprattutto subdola. Presenta sintomi non specifici e, a differenza che per il carcinoma del seno o del colon-retto, non esistono programmi di screening per la popolazione che possano permettere una diagnosi precoce. La prevenzione è quindi fondamentale e passa da stili di vita sani e anche da alcuni piccoli gesti quotidiani.
Contro il cancro bisogna sempre giocare d’anticipo. Riuscire a individuare un tumore quando è ancora nelle sue fasi iniziali permette ai medici di somministrare terapie che possono risultare più efficaci e ottenere così maggiori possibilità di guarigione. Nel caso di tumore della vescica l’unico segnale abbastanza evidente è la presenza di sangue nelle urine (o ematuria). Il persistere o ripetersi di questo fenomeno, soprattutto in persone considerate a rischio (over 50, fumatori o chi ha già avuto casi di questa malattia in famiglia) costituisce un vero e proprio campanello d’allarme che non può e non deve essere sottovalutato.
Attenzione però, l’ematuria NON comporta automaticamente la presenza di cancro. Può essere originata da tanti altri fattori o problemi di salute (per esempio alcune semplici infezioni urinarie). Per arrivare ad una diagnosi completa e sicura sono necessari esami più approfonditi. Stai molto attento quando vai in bagno.
La valutazione ecografica è una metodica diagnostica non invasiva che sfrutta gli ultrasuoni emessi da particolari sonde appoggiate sulla cute del paziente. È a tutti gli effetti un’indagine di tipo clinico: sebbene più approfondita e il cui obiettivo è lo studio dei segni delle patologie.
Da ritenere esame di primo livello nella stragrande maggioranza delle affezioni consente, infatti, di visualizzare gli organi permettendo al medico d’indirizzare gli eventuali, successivi passi diagnostici così da finalizzare il miglior percorso terapeutico.
La sua valenza è ampiamente riconosciuta in termini di prevenzione, ad esempio, alle malattie della tiroide, del fegato, dei reni, del pancreas, della vescica e prostata). Spesso consente di produrre diagnosi ancora prima che la patologia dia ‘segno’ di sé e il paziente ne accusi i sintomi (oppure ‘rivela’ cose di cui eravamo all’oscuro).
Quindi sconfiggiamo il timore, vinciamo il tumore!